La gita del quinto anno!

scrivo di questa gita perché io, come tutti i miei compagni, l’abbiamo attesa lungamente per tutti nostri quattro anni di liceo, e finalmente è arrivato il nostro momento, il momento della fatidica gita del quinto anno. Data di una delle esperienze più belle ricordo ancora di quando mia madre e mio padre mi raccontano della loro gita del quinto anno di liceo, hanno frequentato licei dei versi, mio padre per esempio frequentavo liceo di soli maschi e di conseguenza si trovava in situazioni veramente incredibili, mia madre invece ha frequentato una liceo artistico anch’essa, di conseguenza, anche considerando il periodo che l’ha vissuto si tratta probabilmente di una delle cose più belle da fare a scuola.

Durerà cinque giorni, e potremmo visitare una delle città più belle d’Europa. In realtà,ma pensarci bene ho sempre amato le gite scolastiche, le ho sempre considerate davvero importanti anche per formare un buon rapporto con i compagni, oltre che con i professori, quelli che probabilmente, mi ha colpito di più durante le gite è il rapporto con gli insegnanti, credo di averli visti come amici anche solo in quei momenti, quindi mi aspetto una gita di ultimi anno davvero entusiasmante, anche da quel punto di vista.

Solitamente, gli insegnanti che partono con noi sono abbastanza giovani, e hanno anche le forze per gestirci, anche considerata la nostra età, siamo davvero molto esuberanti e casinisti. Siamo sempre stata una classe di persone molto diverse tra loro ma altrettanto interessanti, e ormai ne abbiamo passate così tante insieme che ci conosciamo tutti davvero bene, anche se qualche bel elemento lo abbiamo perso per strada.

Andiamo a Praga!

Quest’anno abbiamo scelto Praga, la Venezia dell’estero, la chiamano così, anche per la sua struttura, passa un fiume e ci sono molti ponti, inoltre la struttura della città ricorda molto le città italiane, si tratta di una delle più belle città d’Europa dicono. Non mi ricordo neanche perché abbiamo scelto questa città, mi piace davvero molto per cui sono solo molto felice, ci sono stata da piccola con i miei genitori, e abbiamo diapositive e fotografie di ricordo. A mia madre è rimasta particolarmente nel cuore, e ogni anno torna insieme a mio padre in quella che è stata la loro città dell’amore.

Dal canto mio, non vedo l’ora di visitarla insieme alla mia classe e alle altre quinte, anche perché bene o male, ci conosciamo davvero tutti e saremo davvero un bel gruppone.
Sarà anche probabilmente l’ultima esperienza che faremo tutti insieme, e ne sono consapevole, anche perché dopo questo ci sarà l’università, e probabilmente frequenteremo istituti diversi e non ci vedremmo più.

Gli hipster: la nuova generazione

Si tratta della nuova generazione di giovani, quelli che si vestono strano, che vivono in un determinato modo, che usano i social network, insomma si tratta del modo per definire anche una tipologia di vita, anche in base alla musica che ascolti. Per prima cosa, la musica definisce molto di quello che sei, o di come ti presenti al mondo; quindi ora, quando vado alla feste definisco la persona per come si veste e quasi sicuramente conosco il tipo di musica che ascolta, si tratta davvero della filosofia di vita dei ragazzi moderni.

Credo che nella mia scuola, si possano facilmente riconoscere tutti gli stili diversi di tutte le persone che fanno parte della generazione moderna. Abbiamo gli emo, hipster, nerd, gotici, fashion, vampiri, punk a bestia, insomma puoi essere facilmente riconosciuto anche dal modo in cui ti vesti, per non parlare dei tatuaggi. Rispetto alla generazione fenomenale dei nostri genitori, quella delle rivoluzioni e delle alte ideologie, noi siamo cresciuti con lo sviluppo dell’era virtuale e della musica elettronica, quindi il nostro modo di vivere asseconda più la musica, che alte ideologie filosofiche.

Si tratta di un modo completamente nuovo di vivere, e di crescere, anche e soprattutto per il ruolo che la musica riveste nella nostra generazione. Ancor più di me, che sono ormai maggiorenne, anche se da poco, le nuovissime generazioni, che nascono in un ambiente cibernetico, che nascono con un touch screen tra le mani, credo che non sia il massimo conoscere le funzioni di un tablet, che conoscere il glossario di un libro. Sono sicuro che la tecnologia non dovrebbe completamente influenzare ciò che esiste di tradizionale, molto importante anche per conoscere la storia dell’uomo.

Perché sono così famosi?

Tornando agli hipster, sono diventati così famosi per il loro stile, principalmente oltre che quasi tutti gli hipster originali conoscono molto bene gruppi come The Smiths o The Pixies, e se cerchi sul web uno dei due, soprattutto gli Smiths, ti potresti fare un’idea del modo di vestire che hanno gli hipster. Si presentano solitamente con pantaloni o jeans corti, alla caviglia, a sigaretta, più stretti meglio è, con sopra maglietta a mezze maniche oppure felpa, scarpe da ginnastica basse oppure con zeppa per ragazze, e solitamente camminano con grandi cuffie anni 90.

Si tratta in effetti di una rivisitazione dello stile anni 90, un po’ come il risveglio del vintage nel fashion moderno, fino a pochi anni fa saresti stato considerato strano se mettevi dei jeans così stretti alla caviglia, ma le mode cambiano, e per quanto ci riguarda sono in coppia con la musica.Ho scritto di questo stile, perché e tra i più gettonati, ma in realtà cedo si tratti di uno dei migliori, anche se tra i più utilizzati. Siamo, si può dire, nell’era hipster, una vera rivisitazione dei magnifici anni 90!

La rivoluzione dei graffiti!

Si tratta di arte di strada, così viene definita, i graffiti sono una forma d’arte molto più antica di quella che si possa pensare. Ovviamente le tecniche diverse, le bombolette, che si usano per dipingere sui muri, sono molto diverse da quello che erano stati gli affreschi sui muri dall’età del paleolitico. In realtà prima di creare opere d’arte sulla tela, le rocce, erano i primi ‘fogli’ che venivano utilizzati per descrivere con disegni ciò che accedeva, e raccontare le vicende più importante.

Tornando ai nostri giorni, questa forma d’arte si e completamente modificata, e oggi, esistono i graffiti, che sono immagini dipinte sui muri con bombolette. Molte volte si tratta di gruppi di ragazzi che si incontrano, di sera, e creano molte volte, spettacolari disegni, la cosa che mi piace davvero molto è la completezza in molti disegni, il fatto che abbiano anche tridimensionalità, sono abbastanza grandi, ma i disegni davvero nitidi. Non sono un’esperienza di questa tecnica, ma credo non si tratti di creazioni facili, al contrario,proprio per la natura delle bombolette, che perdono molto colore, l’artista di graffiti deve essere davvero un bravo disegnatore.

Quindi, come ho spiegato, esiste una forma di graffiti nella quale gli tristi creano dei tag, ovvero la loro firma, mentre esiste quella cerchia che descrive problemi sociali, tramite la creazione di stampe graffiti, che oggi sono davvero molto famose. Tra i più conosciuti, a livello mondiale, oggi abbiamo Banksy, artista inglese, diventato molto famoso per due ragioni principali: le immagini di protesta, e il suo anonimato.

Banksy, l’artista senza volto

Strano a dirsi, ma questo artisti non ha ancora un volto, e paradossalmente i suoi graffiti oggi sono davvero costosi, anche se generalmente lascia le sue tracce su case e muri di edifici. La particolarità di questo artista consiste nel creare immagini che sembrano voler essere di propaganda sociale, contro le ingiustizie, abuso di potere, guerra. Le sue immagini sono diventate davvero famose, ancora di più, dopo la creazione di un documentario dove si racconta anche la sua vita, sempre senza vedere il suo volto. La sua scelta sembra molto mirata, ma questo non gli ha impedito di diventare molto famoso, tra i compratori delle sue opere molti attori e persone famose, considerando anche il valore delle sue opere.

Dal mio punto di vista, Banksy ha aperto la strada verso una effettiva rivalutazione dell’arte dei graffiti, e anche se molti stati non legalizzano questo tipo di arte, questo artista inglese ha sicuramente aiutato la comprensione di questo stile. Se non hai mai visto le sue opere, ti consiglio di cercato, di sapere cosa ha creato, e se hai del tempo guarda anche il documentario su di lui, credo sia davvero affascinate la sua storia e il suo personaggio; infine, anche le sue opere sono davvero uniche e il suo stile si riconosce molto bene rispetto a quello di altri artisti di graffiti.

Quanto costa l’università?

Sono all’ultimo anno di liceo, e quasi sicuramente voglio continuare miei studi con l’Università. Non sono ancora ben sicuro se cominciare a studiare per moda, Interior design, oppure all’accademia di belle arti. Mia madre studiò all’accademia di belle arti, e si specializzò in pittura, io, da mio canto, amo la scultura, e credo proprio che da questo punto di vista l’accademia di belle arti potrebbe rappresentare un’opzione intelligente e molto utile.

Rimane sempre il grande problema di cosa farai dopo, per il 90% probabilmente delle persone che studia nell’Accademia, diventa insegnante di arte, non che questo mi dispiaccia, ma probabilmente la scelta migliore consiste nel conoscere le altre opzioni in a campo artistico, in caso mi rendo conto che c’è qualcosa che posso fare maniera diversa sempre nel campo dell’arte.

Dato che mi piacciono molto le case, e il modo di arredarle ho pensato ad un corso da interior designer, che mi potrebbe aiutare ad entrare nel mondo del lavoro più efficacemente. Sono già alcuni mesi che cerco università e accademie, per riuscire a fare la scelta migliore, e mi sono reso conto che in effetti gli studi accademici italiani sono davvero ottimi. Ho pensato di andare all’estero, ma poi mi sono reso conto del costo spropositato delle università nel Regno Unito, che fino a qualche anno fa non era così.

Da questo punto di vita l’Italia sembra davvero più onesta, la retta universitaria non si avvicina neanche lontanamente a quella del governo inglese, e sinceramente devo ancora capire come una stato tanto democratico per certi fronti, apre una voragine abissale per i giovani. Probabilmente ti aiutano molto, ma non vedo il motivo di fare pagare migliaia di sterline se si tratta di una università pubblica. In Italia esiste una grandissima differenza, e le università private costano cifre consistenti, mentre quelle pubbliche sono decisamente abbordabili, e puoi pagarle anche al mese.

La rivoluzione degli studenti inglesi

Ecco perché ho visto migliaia di studenti protestare nelle piazze del parlamento, tutto risale all’aumento della retta, che determina un debito per i ragazzi avranno ancor prima di finire gli studi. Sono sempre stato molto affascinato dal Regno Unito, e credo che probabilmente riuscire a studiare li sia davvero una gran fortuna da certi punti di vista, dall’altro canto le università italiane sono riconosciute in tutto il mondo per la qualità accademica, anche perché i nostri licei sono davvero impegnativi, e molte molte studi argomenti universitari.

Mio cugino, mi ha sempre raccontato, che il primo e metà del secondo anno universitario, ha vissuto di rendita, grazie a quello che ha studiato al liceo. Credo che continuerò con la mia ricerca, ora manca meno di un mese alla mia scelta, ma credo proprio di rimanere in Italia.

La generazione del 68…

Siamo figli del 68, mia madre ha vissuto in quel periodo, e devo dire che si è trattato di uno dei periodi nei quali il mondo, le persone si sono fatte davvero sentire.
Ho sempre pensato che chi studia arte ha una comprensione speciale della realtà, ha un sesto senso, che permette di vedere oltre le cose, mentre a differenza di altre discipline, credo ti mantenga molto flessibile nei confronti del mondo. Sono sempre stata molto affascinata dal popolo di Woodstock, e credo fermamente che abbia modificato o aiutato ad eliminare molti dogmi, che la guerra aveva creato.

Per prima cosa, credo che, la generazione del 68 abbia risposto in maniera egregia alla guerra, si è trattato di un periodo di profonda evoluzione, durante il quale tutte le persone si sono unite in una protesta per la libertà di pensiero. Amo questo periodo storico, perché rappresenta un’esempio di quello che può fare la folla, il popolo quando si unisce perché vuole cambiare, ora, la lotta con i fiori e non con i cannoni, significa principalmente che tutti sono stati convinti, insieme per poter cambiare le cose. Sicuramente il fatto che sia successo tutto nel dopo guerra, ha sicuramente aiutato le persone a sentirsi più libere nel poter tentare un cambiamento radicale, infatti il 68 è conosciuto come il per diodo più libero della storia.

Musica e arte hanno raggiunto i loro picchi massimi di espressione, ovviamente sempre relativi al periodo storico che si sta vivendo. Per questo motivo sono davvero convinta che questa generazione ha osato davvero tanto, senza avere paura. Poi penso al motivo, al principio e all’attuazione di questa rivoluzione, è stato possibile grazie al fatto che tutti insieme hanno davvero creduto a questo cambiamento, credere che si può cambiare, e crederci tutti insieme, si tratta davvero del modo giusto per fare rivoluzione.

Viva la mamma!

Mia madre mi racconta spesso di proteste in città, e di gruppi numerosi di ragazzi che credevano in ideali molto diversi. I gruppi principali erano tre: i fascisti, i comunisti e gli anarchici; ovviamente, come ti puoi immaginare sono il risultato del dopo guerra, per cui c’era ancora qualche fascista convinto, e poi i comunisti e gli anarchici, che se anche avevano ideali diversi, odiavano i fascisti. Mi sembra che rispetto ad oggi, la classificazione era molto diversa, e per di più, non credo che ai nostri giorni, questo modo di vivere può essere attuabile, anche perché, parliamoci chiaro, non viviamo in piazza, non siamo rivoluzionari, ma solo succubi del nuovo millennio.

Sono sicuro che i miei genitori hanno vissuto in una sorta di libertà ideologica molto diversa rispetto a quella che abbiamo noi oggi, si tratta di prese di posizione diverse. Noi oggi usiamo i social network anche per protesta, ma rimane tutto su internet, mentre a differenza dei nostri genitori, questi lottavano, discutevano, si scontravano, credevano nel cambiamento.